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Il MUETTO

Benvenuti alla scoperta di un autentico tesoro enologico nel cuore della provincia di Alessandria: il Muetto della Val Borbera. Questo vitigno antichissimo e autoctono è stato riscoperto recentemente, riportando alla luce una tradizione enologica secolare che affonda le radici nella cultura e nel territorio della Val Borbera. In questo articolo, esploreremo la storia affascinante del Muetto e il suo ruolo nella rinascita dell'enologia locale.

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La riscoperta del Muetto


Tutto è cominciato nel 2015 quando  Maurizio Carucci decise di telefonare a Stefano Raimondi, ampelografo di professione e collaboratore del CNR e raccontargli brevemente ciò che aveva in testa. 
 

La storia

Stefano decise di aiutarlo. Grazie a lui infatti, Maurizio riuscì a censire tutte le varietà presenti e a scovarne alcune interessanti tra cui una, che si è rivelata essere molto tipica da queste parti. 
Si chiama Muetto. 

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Caratteristiche

È un vino rosso scarico, dal colore acceso e vivido, semi aromatico, dai profumi di rosa, ciliegia,

ma anche pesca, acacia e molto altro ancora.
 

Coltivare il Muetto è illegale?

Assurdo vero? È qui da una vita e non si poteva coltivare. Nel 2018 al gruppo iniziale di lavoro formato da Maurizio e Martina e Stefano, si aggiungono anche Pietro Ravazzolo e Andrea Tacchella di Nebraie.

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Nel 2019 grazie al lavoro di Cascina Barbàn e Nebraie abbiamo utilizzato lo strumento del crowdfunding per recuperare il denaro necessario per la registrazione di questa varietà. Abbiamo coinvolto più di 300 persone che hanno donato per aiutarci ad arrivare alla cifra necessaria per la registrazione del Muetto all’albo delle varietà coltivabili in Piemonte.

E finalmente dal 2022 la Val Borbera (e tutto il Piemonte) può piantare e coltivare il Muetto nelle proprie terre avendo finalmente un vino rosso locale.

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